ROMA - Ticket sui farmaci
aumentati del 40% nel 2011. Più di un cittadino su due che ormai paga di
tasca propria visite ed esami sia per non fare le lunghe file
onnipresenti nella sanità pubblica sia perché ormai, tra ticket e
superticket, spesso il privato costa addirittura meno. Ed esplosione del
welfare 'fai da te' con le badanti che ormai superano di gran lunga i
dipendenti di Asl e ospedali, attestandosi a circa 774mila contro
646mila.
E' la fotografia, drammatica, scattata dal Rapporto Oasi 2012
dell'Università Bocconi, presentato questa mattina dalla Fiaso (la
federazione di Asl e ospedali), secondo il quale, di fatto, l'austerity
sanitaria si sta traducendo in un taglio dei servizi e con una
insoddisfazione sempre più forte da parte dei cittadini. Secondo i dati
del rapporto infatti, nel Centro-Sud oramai la maggioranza dei cittadini
giudica inadeguati i servizi offerti dal nostro Ssn (53,5% al Centro e
62,2% al Sud contro una media Italia del 43,9%). E il trend è del tutto
negativo, come mostra il 31,7% di assistiti che giudica peggiorati i
servizi sanitari della propria regione.
Un'altra discriminante nel
livello di qualità percepito dagli assistiti è poi la più massiccia
politica di tagli che giocoforza hanno dovuto mettere in atto le 8
Regioni in piano di rientro dai deficit: il 57,8% di chi vive in
Campania, Lazio, Abruzzo, Molise, Piemonte, Calabria, Puglia e Sicilia
si è dichiarato insoddisfatto contro un più modesto 23,3% di 'scontenti'
delle altre Regioni. Una riprova dell'impatto tutt'altro che indolore
delle politiche di austerity in sanità.
IN 2 ANNI 5MLD IN PIU' TASSE LOCALI PER ROSSO REGIONI
Quasi
cinque miliardi in due anni, tra il 2011 e il 2012. E' quanto i
cittadini hanno sborsato sotto forma di tributi locali aumentati dalle
Regioni per evitare di sforare i conti della sanità e scongiurare non
solo deficit ma anche stringenti piani di rientro. E senza i quali,
secondo i dati del ministero della Salute, ben 16 Regioni avrebbero
tinto di rosso i propri bilanci sanitari già nel 2011. E' quanto emerso
alla presentazione del Rapporto Oasi 2012 dell'Università Bocconi
presentato dalla Fiaso, la federazione di Asl e ospedali.
I dati del
quarto trimestre, ultimi disponibili, evidenziano che prima di chiedere
nuovi sacrifici fiscali ai contribuenti hanno chiuso il bilancio con
leggeri attivi solo Lombardia, Veneto, Umbria, Marche e Abruzzo. Tutte
le altre sarebbero andate in rosso.
Il disavanzo maggiore lo avrebbe
toccato il Lazio con 815 milioni, seguito dalla Sardegna con 283 milioni
e il Piemonte con 260. Poi con gli aumenti delle addizionali Irpef e di
balzelli locali vari i bilanci sono tornati a tingersi di blu, salvo
che per Sardegna, Molise, Campania e Calabria. Per pareggiare i conti le
Regioni in rosso hanno finito per tartassare i cittadini con aumenti di
tributi locali e addizionali Irpef pari a 2,2 miliardi di euro nel
2011.
Solo il Lazio ha fatto ricorso alla leva fiscale per 792 milioni.
Stessa musica nel 2012, visto che l'aliquota media dell'addizionale
Irpef, secondo l'osservatorio Uil sulle politiche territoriali, è
passata da una media dell'1,19% all'1,49, che fanno altri 2,4 miliardi
di euro prelevati dalle tasche dei contribuenti, che quindi per
ripianare i deficit di Asl e ospedali in soli due anni hanno versato al
fisco 5 miliardi in più. Maggiorazioni delle addizionali Irpef, aumento
delle aliquote Irpef, rincari del bollo auto e cartolarizzazione dei
debiti sono gli strumenti, singoli o associati, ai quali hanno fatto
ricorso quasi tutte le Regioni, ad eccezione di Valle d'Aosta, Friuli,
Trento e Bolzano, Basilicata e Sardegna, mentre Marche, Abruzzo, Molise e
Campania hanno messo mano a tutte le leve fiscali consentite dalla
legge.